Cosa potrebbe esserci di più distante dalle fredde equazioni matematiche e dai cinici calcoli statistici se non l'amore, quella terribile follia che da sempre ispira poeti, scrittori e filosofi? Ebbene, una giovane matematica inglese ha di recente pubblicato La matematica dell'amore. Alla ricerca dell'equazione della vita, un breve e simpaticissimo testo col quale prova a fornire qualche consiglio a chi vuole ottimizzare le proprie strategie di seduzione: dalla probabilità di trovare il partner ideale fino alla disposizione degli invitati ai tavoli del vostro matrimonio; il tutto, ovviamente, condito da equazioni matematiche e principi statistici.
L'autrice ci racconta che il matematico inglese Peter Bakus «ha persino calcolato che il numero delle civiltà aliene nella nostra galassia superava quello delle sue possibili partner» (sono purtroppo d'accordo con lui). Per arrivare a questa terrificante conclusione, Bakus aveva utilizzato una formula in grado di stimare il numero delle forme di vita intelligenti all'interno della nostra galassia – diecimila civiltà aliene, secondo l'equazione – e, inserendo certo dei criteri un po' troppo restrittivi, era giunto alla conclusione che solo 26 donne londinesi su 4 milioni sarebbero state delle potenziali partner adeguate! Ecco allora il primo teorema: allentare i vincoli, e scartare qualcuno solo per motivi veramente validi.
Ma si può prescindere dalla bellezza fisica? A quanto pare no, e qui il grande Darwin ci dà una mano. Infatti, la "bellezza" sarebbe indice di un buon patrimonio genetico e le nostre scelte sarebbero influenzate dall'assillante preoccupazione di lasciare una prole il più possibile sana. Niente paura, non sembra sia necessario ricorrere ai bisturi. In primo luogo, sostiene l'autrice, «a volte sono le persone che infrangono le regole a essere ritenute le più attraenti» (di recente ho affrontato una discussione sulle presunte deformità di Scarlett Johansson); in secondo luogo, dove si tratta di scegliere entra in gioco la probabilità, numerologia applicata. In economia – ci dice infatti Hannah Fry – esiste un fenomeno che viene chiamato "effetto esca", «la presenza di un'alternativa di per sé irrilevante» può essere determinante sulle scelte degli individui. Immaginate di essere al cinema e di voler comprare dei pop corn, avete tre opzioni: il pacco piccolo a 2€; il pacco medio a 4€; il pacco grande a 4,5€. In questo caso l'alternativa irrilevante è costituita proprio dal pacco medio, infatti nessuna persona di buon senso lo acquisterebbe sapendo di poter avere, con soli 50 centesimi in più, la confezione grande... Segue necessariamente il secondo teorema: se vai ad una festa, procurati un'alternativa irrilevante, «l'amore consiste – infatti – nel sopravvalutare la differenza tra una donna e l'altra» (G.B. Shaw).
Pare, inoltre, che la matematica sia pure in grado di stabilire quale è l'atteggiamento migliore da assumere ad una festa: non preda ma cacciatore! Infatti, come ben dimostra l'autrice attraverso il "problema del matrimonio stabile", dividendo idealmente i partecipanti alla festa in due insiemi (donne prede e uomini cacciatori) è possibile dimostrare che – ed ecco il terzo teorema – «il gruppo che si espone di più, rischiando continui rifiuti, ottiene risultati decisamente migliori di quelli del gruppo che aspetta passivamente le avance dei pretendenti», e ciò risulterebbe matematicamente vero a prescindere dagli stereotipi sessuali e dai ruoli che ne derivano.
Di recente ho letto un articolo sul numero 1128 di Internazionale che cerca di raccontare come le app di incontri stanno cambiando le relazioni tra i sessi. Da quella lettura avevo subito intuito che dietro Tinder, OkCupid, ecc. c'era qualcosa di assolutamente diabolico, e avevo ragione. Infatti il sito di incontri OkCupid è stato fondato da due diabolici matematici che hanno costruito un altrettanto diabolico algoritmo che dovrebbe calcolare le affinità tra i profili sulla base di un questionario. In tal modo, se l'algoritmo funzionasse, ci sarebbe un partner ideale per ogni iscritto ma pare che la strategia sia ancora fallimentare, abbiate pazienza.
Chi non ricorda A Beautidul Mind e la celeberrima scena in cui il premio nobel John Nash, interpretato da Russell Crowe, partorisce la teoria dei giochi? Beh, pare che quella teoria non sia così efficace alle feste e che il film abbia un po' semplificato le cose, tuttavia la stessa teoria può tornare utile nei rapporti a due... quando volete qualcosa da qualcuno (credo di essere abbastanza chiaro). Avete intenzione di regalare un anello con diamante alla donna che state "corteggiando"? Stando alla teoria state sbagliando tutto! Rischiereste di farvi spennare come un pollo e non ottenere nulla in cambio. Pertanto il modo migliore per centrare l'obiettivo sarebbe quello di spendere il vostro denaro in cose del tutto irrilevanti, in modo da sembrare comunque un buon partito ma senza correre il rischio che la controparte prolunghi l'attesa per massimizzare i benefici, che in questo caso sarebbero i vostri regali costosi. Questo teorema purtroppo ha qualche difetto: oltre che fondarsi su disgustosi stereotipi sessuali, funziona solo se vi potete permettere di sprecare i soldi... è meglio andare avanti.
Dopo quello di Russell, foriero di tragedie, una buona notizia per le persone "normali" arriva dal paradosso del buon partito. Basato anch'esso sulla teoria di Nash, questo paradosso consiste nel fatto che spesso l'offerente più forte (quello che possiede maggiore denaro) non riesce a fare la migliore offerta e quindi non riesce ad aggiudicarsi l'asta perché pensa che la successiva possa offrire qualcosa di meglio1. In altri termini, immaginiamo di avere due donne che si contendono un uomo (molto bello e intelligente e che scrive idiozie su blog che non legge nessuno), immaginiamo che la prima di queste donne sia davvero un buon partito, molto bella, intelligente e affascinante mentre la seconda sia una una donna "normale"; può capitare che la prima – giocando d'azzardo – non investa tutto il suo patrimonio nel primo buon partito, mentre la seconda offra tutto, consapevole delle limitate risorse che possiede. A questo punto l'offerente debole si aggiudica il suo rampollo. Purtroppo, via via che l'asta procede, gli uomini appetibili cominciano ad esaurirsi e, paradossalmente, la donna bella, intelligente e affascinante rischia di doversi accontentare di ciò che passa il convento (o il mercato).
Ma allora come fare a capire quando sistemarsi? Anche questa volta la matematica ci dà un consiglio: rifiutare il primo 37% dei partner (che bisogna stimare per ipotesi) e blindare il migliore di tutti i precedenti, una volta terminata la fase di rifiuto che serve proprio per farsi un'idea di quello che c'è in giro. Tuttavia, anche in questo caso l'autrice ci mette in guarda dal fidarci ciecamente della matematica e della statistica, c'è qualcosa – ci dice – che avviene al di là delle equazioni, e che la matematica non riuscirà mai a catturare.
Concludendo, il libro di Hannah Fry è davvero piacevole, scorrevolissimo, divertente e si legge in qualche ora. Natale è ormai passato ma sarebbe stato un'ottima idea regalo.
Note:
1 - Si tratta chiaramente di un'asta in cui i partecipanti scrivono la loro offerta all'interno di una busta chiusa.
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